Controlli sull'adeguamento della rendita catastale dopo lavori Superbonus, ove richiesto per legge. Lettere di compliance, sanzioni e più tasse per i proprietari di casa

Dopo l'aumento di tasse per chi vende casa entro dieci anni dalla fine dei lavori del Superbonus (vedi il nostro precedente articolo cliccando qui), dalla recente pubblicazione della prima bozza della Legge di Bilancio emergono altre nuove inquietanti disposizioni che, probabilmente ancor di più, non faranno dormire sonni tranquilli i proprietari di casa che hanno usufruito dell'agevolazione tanto agognata.

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Controlli sull'adeguamento della rendita catastale dopo lavori Superbonus, ove richiesta
Infatti, l'articolo 21 della bozza di Legge pone un’ulteriore stretta e sanzioni a chi ha beneficiato della maxi detrazione edilizia ed abbia omesso di presentare, nel caso di quegli interventi che lo prevedano per legge, l'aggiornamento del catasto ed in particolare le rendite catastali.

Testo del comma 1, art.21, della prima bozza della Legge di Bilancio 2024:

"L’Agenzia delle entrate, con riferimento alle unità immobiliari oggetto degli interventi di cui all’articolo 119 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, verifica, sulla base di specifiche liste selettive elaborate con l’utilizzo delle moderne tecnologie di interoperabilità e analisi delle banche dati, se sia stata presentata, ove prevista, la dichiarazione di cui all’articolo 1, commi 1 e 2, del decreto del Ministro delle finanze 19 aprile 1994, n. 701, anche ai fini degli eventuali effetti sulla rendita dell’immobile presente in atti nel catasto dei fabbricati".

Ecco cosa succederà:

L'Agenzia delle Entrate con riferimento agli immobili rientranti nelle casistiche disciplinate dall'articolo 119 del dl 34/20 (interventi di efficientamento energetico, sismabonus, fotovoltaico e colonnine di ricarica di veicoli elettrici) realizzerà delle liste selettive grazie all'utilizzo di tecniche moderne di interoperabilità e analisi delle banche dati. La verifica mira a controllare che sia stata presentata in catasto la modifica della rendita catastale in seguito ai lavori effettuati.
Se così non fosse, dopo il controllo del fisco, sarebbero comminate sanzioni e soprattutto l'adeguamento della rendita catastale aggiornata.

Però, prima delle sanzioni, l'Agenzia delle Entrate invierà una lettera di compliance in modo da chiudere la vicenda con un adeguamento in via bonaria, accettando la contestazione e versando il dovuto da parte del contribuente che non ha fatto aggiornare in catasto la corrispondenza dell'immobile dopo gli interventi edilizi.

Riappare così lo spettro di una, seppur non richiesta direttamente dalla norma, "riforma del catasto". Non per tutti, ma almeno per chi ha usufruito del Superbonus.
Infatti la legge di bilancio entra a gamba tesa sugli immobili introducendo la disposizione sulle rettifiche delle rendite catastali immobiliari, facendo temere quello che la legge delega di riforma fiscale ha escluso.
Infatti, come ben si sa senza però parlarne troppo, in molte aree di molte città italiane, tanti immobili accatastati "tempo fa" hanno delle rendite catastali davvero esigue se confrontate con quelle degli immobili accatastati "più recentemente". In alcuni casi tali immobili sono vetusti ed abbandonati ma in molti altri sono stati ristrutturati senza poi aver adeguato la rendita catastale, producono così un gran bel reddito per il proprietario che li detiene e li affitta, che così ottiene massimo profitto con minimo esborso di tasse a causa di una rendita catastale falsata al ribasso.


Aumento della ritenuta d'acconto sui bonifici parlanti per i bonus edilizi
Oltre all'aumento delle tasse per chi vende casa entro dieci anni dalla fine dei lavori del Superbonus ed all'aumento degli oneri per l'adeguamento delle rendite catastali, dal 2024 è previsto inoltre un aumento delle ritenute dall'8 all'11% sui bonifici alle imprese che operano nel settore edilizio delle ristrutturazioni, per gli interventi che godono delle agevolazioni fiscali.


Aumento della cedolare secca sui contratti di locazione brevi per turismo
E' notizia recente che dall'anno prossimo è anche previsto un aumento della cedolare secca, dal 21 al 26%, applicata sugli affitti brevi per turismo.



In sostanza, con le ultime disposizioni, sembra proprio che il Governo voglia far ritornare allo Stato una parte degli incentivi fiscali erogati in questi 3 anni di grandi spese per i bonus edilizi che hanno creato un enorme buco nelle casse statali, e punti proprio ai proprietari di casa, in particolare a quelli che hanno usufruito della maxi-detrazione Superbonus, tanto mal digerita (almeno a parole) dal Governo.

Attenti proprietari di case..!