Direttiva “Case Green” approvata dal Parlamento UE

La proposta di revisione della direttiva europea EPBD sulla prestazione energetica nell'edilizia è stata approvata nella mattinata di martedì 14 marzo 2023, con 343 voti a favore, 216 'no' e 78 astensioni, quindi a maggioranza dal Parlamento Europeo.
L’obiettivo della direttiva è quello della riduzione delle emissioni di gas a effetto serra e del consumo energetico entro il 2030, in vista del raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050.
Secondo la Commissione europea, gli edifici UE sono responsabili del 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni di gas a effetto serra.
Dall’approvazione definitiva prevista per l'estate del 2023, gli Stati Membri avranno 2 anni per il recepimento, che quindi dovrebbe avvenire all’incirca entro l’estate del 2025.

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Non si è fatta attendere la considerazione leggermente contrariata del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin in una nota del 14 marzo:

“La direttiva sulle Case Green approvata in Parlamento europeo è insoddisfacente per l’Italia. Anche nel Trilogo, come fatto fino a oggi, continueremo a batterci a difesa dell’interesse nazionale”.

“Non mettiamo in discussione - spiega il Ministro - gli obiettivi ambientali di decarbonizzazione e di riqualificazione del patrimonio edilizio, che restano fondamentali. Manca però in questo testo una seria presa in considerazione del contesto italiano, diverso da quello di altri Paesi europei per questioni storiche, di conformazione geografica, oltre che di una radicata visione della casa come ‘bene rifugio’ delle famiglie italiane”.

“Individuare una quota di patrimonio edilizio esentabile per motivi di fattibilità economica - prosegue Pichetto - è stato un passo doveroso e necessario, ma gli obiettivi temporali, specie per gli edifici residenziali esistenti, sono ad oggi non raggiungibili per il nostro Paese”.


Vi avevamo già illustrato i punti fondamentali e la roadmap della direttiva revisionata in un nostro precedente articolo che potete andare a rileggere nel dettaglio cliccando qui

Ma vogliamo comunque riproporvi una sintesi di seguito.

 



ARGOMENTI:

1)     I requisiti per gli edifici da raggiungere con la Direttiva “Case Green”, versione approvata il 14/03/2023

2)     Gli edifici esclusi dall’obbligo

3)     Rimodulazione nel metodo di calcolo della classe energetica degli edifici

4)     Obbligo utilizzo impianti a fonte energia solare

5)     Stop agevolazioni impianti a fonti fossili dal 2024, stop installazioni da entrata in vigore Direttiva, eliminazione entro 2035

6)     Incentivi per le ristrutturazioni

7)     Perplessità, opportunità, sanzioni, speranze

8)     La roadmap della Direttiva EU - Epbd – “Case Green”



 

1) I requisiti per gli edifici da raggiungere con la Direttiva “Case Green”, versione approvata il 14/03/2023 

Requisiti per gli edifici, introdotti dalla Direttiva Case Green approvata:

EDIFICI NUOVI:

  • i nuovi edifici occupati, gestiti o di proprietà di autorità pubbliche dovranno essere a emissioni zero dal 2026;
  • tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero dal 2028.

EDIFICI ESISTENTI:

  • gli edifici esistenti occupati, gestiti o di proprietà di autorità pubbliche e gli edifici non residenziali dovranno raggiungere almeno la classe energetica E entro il 2027 e la classe energetica D entro il 2030;
  • gli edifici esistenti residenziali dovranno raggiungere almeno la classe energetica E entro il 2030 e la classe energetica D entro il 2033.

Come vedremo più in seguito, viene stimato che il raggiungimento della classe energetica E entro il 2030, in Italia dovrebbe riguardare circa 1,8 milioni di immobili.

 

2) Gli edifici esclusi dall’obbligo

Potranno essere esclusi dall’obbligo di raggiungimento dei requisiti sopra esposti:

  • monumenti, edifici storici;
  • edifici vincolati, protetti per il loro particolare valore architettonico o storico;
  • chiese e luoghi di culto;
  • strutture temporanee, come uffici di cantiere e stabilimenti balneari;
  • abitazioni indipendenti con superficie inferiore ai 50 metri quadri;
  • immobili residenziali utilizzati per meno di quattro mesi all’anno o, alternativamente, per un periodo limitato dell’anno con consumo energetico previsto inferiore al 25% del consumo annuale (sempre previsto);
  • alloggi sociali, qualora i lavori di ristrutturazione comportassero aumenti degli affitti non compensabili col risparmio sulle bollette energetiche;
  • inoltre la Commissione, su richiesta da parte di uno Stato membro, potrebbe decidere di concedere alcune altre deroghe speciali per ragioni economiche come ad esempio il caro materiali, per impossibilità tecnica di realizzazione degli interventi o per mancanza di manodopera qualificata.

Gli ultimi due casi di esclusione, potranno essere concessi solo fino al 22% del totale degli edifici residenziali fino al 2036. Dal 1 gennaio 2037 queste due deroghe non potranno più essere concesse.


 

3) Rimodulazione nel metodo di calcolo della classe energetica degli edifici

Per armonizzare in tutta Europa la classificazione energetica degli edifici verranno modificati gli schemi ed alcuni metodi nel calcolo della classe energetica.

Le classi ritorneranno dalla A alla G. Alla classe A corrisponderanno gli edifici a zero emissioni.

Inoltre sarà introdotta una classe A+ per edifici con caratteristiche energetiche ancora più elevate.

La rimodulazione dovrà essere effettuata in modo tale che, per ogni Stato Membro, nella classe peggiore G ricada il 15% degli edifici del parco immobiliare nazionale con le peggiori prestazioni energetiche, proprio quelli su cui si dovrà intervenire per prima.

In Italia questo 15% di immobili da ristrutturare entro il 2030 dovrebbe corrispondere a circa 1,8 milioni di immobili.

I restanti edifici saranno distribuiti uniformemente nelle restanti classi.

Tra l’altro, da giugno 2023 sarà pronto il nuovo censimento degli immobili nei 27 Stati membri dell’Unione europea, che farà da base per la direttiva.

 

4) Obbligo utilizzo impianti a fonte energia solare

Se tecnicamente idoneo funzionale ed economicamente fattibile, l’utilizzo di impianti a fonte energia solare sarà obbligo:

  • per tutti gli edifici pubblici e non residenziali entro il 31 dicembre 2026;
  • per tutti i nuovi edifici residenziali entro il 31 dicembre 2028;
  • per gli edifici residenziali esistenti in fase di ristrutturazione entro il 31 dicembre 2032.

 

5) Stop agevolazioni impianti a fonti fossili dal 2024, stop installazioni da entrata in vigore Direttiva, eliminazione entro 2035

Dal 1 gennaio 2024 scatta il divieto per tutti gli Stati Membri di erogare incentivi fiscali per l’installazione di generatori alimentati unicamente da combustibili fossili.

Dalla data di entrata in vigore della Direttiva Case Green, gli Stati non dovranno più consentire l’uso di combustibili fossili negli impianti di riscaldamento, né per i nuovi edifici né per quelli sottoposti a ristrutturazione.

Sono esclusi i generatori ibridi e a combustibile rinnovabile.

Entro il 2035 occorre arrivare alla cancellazione dell’utilizzo dei combustibili fossili negli edifici. Possibili proroghe nei casi in cui non sia tecnicamente fattibile fino al 2040.


6) Incentivi per le ristrutturazioni

Secondo la Direttiva, i Piani nazionali di ristrutturazione dovranno prevedere regimi incentivanti con obiettivi realistici e con facile accesso ai finanziamenti. Gli Stati membri dovranno creare servizi di informazione e programmi di ristrutturazione a costo zero.

La Direttiva inoltre prevede che gli interventi potranno essere cofinanziati sia dai singoli Stati, che eventualmente da un fondo europeo dedicato, che sarà chiamato "Energy Performance Renovation Fund".

 

7) Perplessità, opportunità, sanzioni, speranze

L’ANCE (associazione nazionale costruttori edili) stima che la riqualificazione del 15% degli edifici con peggiori prestazioni energetiche fissata al 2023 non sarebbe raggiungibile prima di 630 anni; e 3.800 anni invece per la decarbonizzazione generale dell’Europa entro il 2050.

Oltre alle tempistiche, un altro dubbio è: chi pagherà realmente questi interventi di ristrutturazione? Ci saranno i finanziamenti statali/europei prospettati dalla Direttiva o saranno a carico dei cittadini?

Purtroppo la situazione attuale in Italia sulle agevolazioni per gli interventi edili non ci fa ben sperare.

Di contro, oltre al beneficio sociale ed ambientale che deriverebbe dalla transizione ecologica attuando le proposte della Direttiva, si dovrebbero creare centinaia di migliaia di posti di lavoro nei settori delle costruzioni, delle ristrutturazioni e delle energie rinnovabili.

La Direttiva non obbliga gli Stati membri di sanzionare i proprietari che non rispetteranno il raggiungimento dei requisiti entro i termini prefissati. Non vieta neanche la vendita o l'affitto di case che saranno “fuori norma”. In tal senso ogni Stato potrà decidere come orientarsi.

Dall’approvazione definitiva della direttiva, prevista per l'estate del 2023, gli Stati Membri avranno 2 anni per il recepimento, che quindi dovrebbe avvenire all’incirca entro l’estate del 2025.

E’ chiaro che giudicare è facile e fare non lo è. Pensiamo però che dagli errori del passato si possa imparare a fare meglio e che vista la data entro cui gli Stati dovranno recepire la Direttiva, all’incirca nell’estate del 2025, ci sia il tempo per dialogare con tutte le parti sociali tecniche e civili coinvolte per poter segnare questa volta un percorso molto più sicuro. Ma attenzione, due anni sono pochi per progettare il grande piano di ristrutturazione di cui ha bisogno il nostro Paese per raggiungere quegli obiettivi di cui abbiamo parlato sopra, quindi bisogna dialogare da subito, già da oggi!

 

8) La roadmap della Direttiva EU - Epbd – “Case Green”

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A TUTTA VERSO LA NEUTRALITA' CLIMATICA AL 2050!