L’Europa fa sul serio con la Direttiva Epbd “Case Green”: entro il 2033 tutti gli edifici in classe D. Novità sulla certificazione energetica APE. A tutta verso il 2050 con la Neutralità Climatica.

Basta parlare della situazione disastrosa superbonus ormai più che nauseante della scorsa settimana. Lasciamoci alle spalle le pagine oscure e voltando pagina pieni di nuovo entusiasmo, parliamo del disegno di legge Direttiva "Case Green" che sarà sottoposto alla votazione dell’Assemblea durante la sessione plenaria del 13-16 marzo. I deputati europei avvieranno quindi i negoziati con il Consiglio per concordare la forma finale della Direttiva che dovrebbe essere approvata definitivamente per l’estate 2023. Dall’approvazione definitiva, gli Stati Membri avranno 2 anni per il recepimento, che quindi dovrebbe avvenire all’incirca entro l’estate del 2025.



ARGOMENTI:

1)     I requisiti per gli edifici da raggiungere con la Direttiva UE Epbd “Case Green”, versione approvata il 09/02/2023

2)     Gli edifici esclusi dall’obbligo

3)     Rimodulazione nel metodo di calcolo della classe energetica degli edifici

4)     Obbligo utilizzo impianti a fonte energia solare

5)     Stop agevolazioni impianti a combustibili fossili dal 2024, stop installazioni dall’entrata in vigore della Direttiva, eliminazione entro il 2035

6)     Incentivi per le ristrutturazioni

7)     Perplessità

8)     Opportunità

9)     Sanzioni

10)   Speranze

11)   La roadmap della Direttiva EU - Epbd – “Case Green”



1) I requisiti per gli edifici da raggiungere con la Direttiva UE Epbd “Case Green”, versione approvata il 09/02/2023 

Il 9 febbraio 2023, con 49 voti favorevoli, 18 contrari e 6 astenuti, la Commissione Europea ha approvato la Direttiva Epbd (Energy performance building directive) “Case Green”, revisionata, che punta a ridurre gradualmente il consumo di energia di edifici pubblici e privati, fino a renderli “a zero emissioni” entro il 2050.

Gli Stati Membri dovranno stabilire dei piani di ristrutturazione degli edifici per fare in modo di ottenere un parco nazionale di immobili ad alta efficienza, decarbonizzato, a zero emissioni.

Requisiti per gli edifici, introdotti dalla Direttiva Case Green approvata:

EDIFICI NUOVI:

  • i nuovi edifici occupati, gestiti o di proprietà di autorità pubbliche dovranno essere a emissioni zero dal 2026;
  • tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero dal 2028.

EDIFICI ESISTENTI:

  • gli edifici esistenti occupati, gestiti o di proprietà di autorità pubbliche e gli edifici non residenziali dovranno raggiungere almeno la classe energetica E entro il 2027 e la classe energetica D entro il 2030;
  • gli edifici esistenti residenziali dovranno raggiungere almeno la classe energetica E entro il 2030 e la classe energetica D entro il 2033.

Secondo ENEA, la suddivisione percentuale per classe energetica degli immobili residenziali è la seguente: G 35,2% - F 24,5% - E 16,3% - D 9,9% - C 4,3% - B 2,4% - A1 2,0% - A2 1,8% - A3 1,7% - A4 2,0%. Si nota quindi che più di un terzo degli immobili italiani si trova nella peggiore classe energetica e che più della metà è nelle ultime due classi. Insomma, partiamo molto male.

Come vedremo più in seguito, viene stimato che il raggiungimento della classe energetica E entro il 2030, in Italia dovrebbe riguardare circa 1,8 milioni di immobili.

Spetterà ai singoli Stati stabilire le misure necessarie per raggiungere questi obiettivi.

 

2) Gli edifici esclusi dall’obbligo

Potranno essere esclusi dall’obbligo di raggiungimento dei requisiti sopra esposti:

  • monumenti, edifici storici;
  • edifici vincolati, protetti per il loro particolare valore architettonico o storico;
  • chiese e luoghi di culto;
  • strutture temporanee, come uffici di cantiere e stabilimenti balneari;
  • abitazioni indipendenti con superficie inferiore ai 50 metri quadri;
  • immobili residenziali utilizzati per meno di quattro mesi all’anno o, alternativamente, per un periodo limitato dell’anno con consumo energetico previsto inferiore al 25% del consumo annuale (sempre previsto);
  • alloggi sociali, qualora i lavori di ristrutturazione comportassero aumenti degli affitti non compensabili col risparmio sulle bollette energetiche;
  • inoltre la Commissione, su richiesta da parte di uno Stato membro, potrebbe decidere di concedere alcune altre deroghe speciali per ragioni economiche come ad esempio il caro materiali, per impossibilità tecnica di realizzazione degli interventi o per mancanza di manodopera qualificata.

Gli ultimi due casi di esclusione, potranno essere concessi solo fino al 22% del totale degli edifici residenziali fino al 2036. Dal 1 gennaio 2037 queste due deroghe non potranno più essere concesse.

 

3) Rimodulazione nel metodo di calcolo della classe energetica degli edifici

Per armonizzare in tutta Europa la classificazione energetica degli edifici verranno modificati gli schemi ed alcuni metodi nel calcolo della classe energetica.

Le classi ritorneranno dalla A alla G. Alla classe A corrisponderanno gli edifici a zero emissioni.

Inoltre sarà introdotta una classe A+ per gli edifici che rispetteranno tutte le seguenti condizioni (che volutamente vi riportiamo per come sono stati scritti nel testo originale, sicuri della vostra padronanza della lingua inglese):

  • high efficiency standards with energy needs for heating, cooling, ventilation and hot water no higher than 15 kWh/m2/year;
  • the production of more kWh renewable energy on-site, based on a monthly average;
  • carbon positivity regarding the building’s life-cycle Global Warming Potential including building materials and energy installations during manufacturing, installation, use, maintenance, and demolition.

La rimodulazione dovrà essere effettuata in modo tale che, per ogni Stato Membro, nella classe peggiore G ricada il 15% degli edifici del parco immobiliare nazionale con le peggiori prestazioni energetiche, proprio quelli su cui si dovrà intervenire per prima. Questo per armonizzare gli sforzi che ciascuno Stato dovrà affrontare per i salti di classe energetica con le ristrutturazioni entro i termini stabiliti.

In Italia questo 15% di immobili da ristrutturare entro il 2030 dovrebbe corrispondere a circa 1,8 milioni di immobili.

I restanti edifici saranno distribuiti uniformemente nelle restanti classi.

La validità degli attestati di prestazione energetica APE sarà di 5 anni per gli edifici nelle classi dalla G alla D. Per gli altri nelle classi migliori, non potrà eccedere i 10 anni.

La nuova certificazione energetica APE dovrà contenere ed illustrare il “potenziale di riscaldamento globale durante l'intero ciclo di vita” (o GWP: Global Warming Potential over the whole life-cycle) dell’edificio oggetto di attestazione.



4) Obbligo utilizzo impianti a fonte energia solare

Se tecnicamente idoneo funzionale ed economicamente fattibile, l’utilizzo di impianti a fonte energia solare sarà obbligo:

  • per tutti gli edifici pubblici e non residenziali entro il 31 dicembre 2026;
  • per tutti i nuovi edifici residenziali entro il 31 dicembre 2028;
  • per gli edifici residenziali esistenti in fase di ristrutturazione entro il 31 dicembre 2032.

 

5) Stop agevolazioni impianti a combustibili fossili dal 2024, stop installazioni dall’entrata in vigore della Direttiva, eliminazione entro il 2035

Dal 1 gennaio 2024 scatta il divieto per tutti gli Stati Membri di erogare incentivi fiscali per l’installazione di generatori alimentati unicamente da combustibili fossili.

Dalla data di entrata in vigore della Direttiva Case Green, gli Stati non dovranno più consentire l’uso di combustibili fossili negli impianti di riscaldamento, né per i nuovi edifici né per quelli sottoposti a ristrutturazione.

Sono esclusi i generatori ibridi e a combustibile rinnovabile.

Entro il 2035 occorre arrivare alla cancellazione dell’utilizzo dei combustibili fossili negli edifici. Possibili proroghe nei casi in cui non sia tecnicamente fattibile fino al 2040.


6) Incentivi per le ristrutturazioni

Secondo la Direttiva, i Piani nazionali di ristrutturazione dovranno prevedere regimi incentivanti con obiettivi realistici e con facile accesso ai finanziamenti. Gli Stati membri dovranno creare servizi di informazione e programmi di ristrutturazione a costo zero.

La Direttiva inoltre prevede che gli interventi potranno essere cofinanziati sia dai singoli Stati, che eventualmente da un fondo europeo dedicato, che sarà chiamato "Energy Performance Renovation Fund".

 

7) Perplessità

La Direttiva Case Green è molto contestata in Italia. Il Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica Pichetto Fratin dice: “La realtà italiana sulle abitazioni ha caratteristiche che la differenziano da altri. Per esempio, sulla proprietà la differenza è abissale: l’85% degli italiani è proprietario di una casa. Noi pensiamo che la differenziazione tra Paese e Paese debba portare a una valutazione più graduale”.

L’ANCE (associazione nazionale costruttori edili) stima che la riqualificazione del 15% degli edifici con peggiori prestazioni energetiche fissata al 2023 non sarebbe raggiungibile prima di 630 anni; e 3.800 anni invece per la decarbonizzazione generale dell’Europa entro il 2050.

Oltre alle tempistiche, un altro dubbio è: chi pagherà realmente questi interventi di ristrutturazione? Ci saranno i finanziamenti statali/europei prospettati dalla Direttiva o saranno a carico dei cittadini?

Purtroppo ciò che è successo solo la scorsa settimana, cioè lo stop definitivo della cessione dei crediti e dello sconto in fattura per il Superbonus e per tutti gli altri bonus edilizi, da questo punto di vista mette un po’ d’ansia soprattutto ai proprietari di casa per l’arrivo di questi obblighi. Ansia che comunque, presumibilmente dovrà essere spazzata via con l’introduzione di nuovi incentivi e semplificazioni per accedervi, lasciando quasi tutti contenti come sempre all’italiana.

 

8) Opportunità

“Il miglioramento delle prestazioni degli edifici in Europa ridurrà le bollette energetiche e la dipendenza dalle importazioni di energia”, ha dichiarato il relatore della direttiva, l’europarlamentare Ciarán Cuffe.

Ed ancora: “offrirà centinaia di migliaia di posti di lavoro di buona qualità nei settori delle costruzioni, delle ristrutturazioni e delle energie rinnovabili, migliorando al contempo il benessere di milioni di persone”.
   

9) Sanzioni

Sempre il Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica Pichetto Fratin: “In ogni caso si prevedono step di controllo e non un bazooka per sanzioni. Vediamo come va in Parlamento europeo, poi ci sarà il Trilogo e si riaprirà una trattativa in cui il ruolo dei singoli Paesi ritorna molto forte. È una partita di equilibrio tra Stati, chiediamo gradualità”.

Ma se non ci si mette in regola con i propri immobili, cosa succede?

La Direttiva non obbliga gli Stati membri di sanzionare i proprietari che non rispetteranno il raggiungimento dei requisiti entro i termini prefissati. Non vieta neanche la vendita o l'affitto di case che saranno “fuori norma”. In tal senso ogni Stato potrà decidere come orientarsi.

 

10) Speranze

La Direttiva votata in Commissione a Bruxelles sull'efficientamento energetico degli edifici ha una portata storica. L’obiettivo delle nuove norme europee è la riduzione delle emissioni di CO2 e gas a effetto serra e del consumo finale di energia nel settore edile dell'UE entro il 2030 e la neutralità climatica entro il 2050.

Con neutralità climatica si intende l’equilibrio tra le emissioni nocive di origine antropica e l’assorbimento delle stesse: in poche parole con l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 ci si prefigge di raggiungere, entro tale data, emissioni nette di CO2 e gas serra pari a zero (o altre emissioni nocive di origine antropica). Questo significa che ogni emissione nociva non rimossa dovrà essere compensata con una quantità equivalente, rispettivamente di CO2 o gas serra, rimossa.

La Direttiva è affiancata dal pacchetto approvato dalla Commissione europea il 14 luglio 2021 “Fit for 55” (Pronti per il 55%), un insieme di proposte volte a rivedere e aggiornare le normative dell'UE al fine di garantire che siano in linea con gli obiettivi climatici del Green Deal europeo, concordati dal Consiglio e dal Parlamento.

In particolare l'obiettivo dell'UE è di ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030.

Nonostante le perplessità di molti in Italia sulle difficoltà per attuare gli obiettivi prefissati, noi riteniamo che sia comunque giunto il momento di agire, pensare meno agli interessi di pochi e tutelare quelli di tutti. D’altronde il beneficio sociale che deriverà dalla transizione ecologica ambientale, attuando le proposte della Direttiva, del pacchetto Fit for 55 e diffondendo il modello delle “CER” (Comunità di energia rinnovabile), in un modo o in un altro avrà effetto su tutti. Invece, il beneficio fiscale non attuando la Direttiva, sarebbe a vantaggio solo di pochi.

Ovviamente si spera nella creazione di un programma ben strutturato di interventi e di incentivi, come già previsto dalla Direttiva con un nuovo Recovery Fund a livello comunitario, che spinga i Paesi Europei a predisporre investimenti proprio in questa direzione.

Speriamo solo che il Governo Italiano, che si dovrà occupare del piano di ristrutturazione nel nostro Paese, saprà questa volta progettare qualcosa di meno miope ed esclusivo del Superbonus. 

E’ chiaro che giudicare è facile e fare non lo è. Pensiamo però che dagli errori del passato si possa imparare a fare meglio e che vista la data entro cui gli Stati dovranno recepire la Direttiva, all’incirca nell’estate del 2025, ci sia il tempo per dialogare con tutte le parti sociali tecniche e civili coinvolte per poter segnare questa volta un percorso molto più sicuro. Ma attenzione, due anni sono pochi per progettare il grande piano di ristrutturazione di cui ha bisogno il nostro Paese per raggiungere quegli obiettivi di cui abbiamo parlato sopra, quindi bisogna dialogare da subito, già da oggi!
 

11) La roadmap della Direttiva EU - Epbd – “Case Green”

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INIZIAMO IL CAMMINO VERSO LA NEUTRALITA' CLIMATICA AL 2050!