Teatrino sullo sblocco dei crediti incagliati: ADE dice che le banche hanno ancora capienza per acquistarne e ABI prontamente smentisce. Intanto milioni di appartamenti a rischio pignoramento e fallimenti a catena
2.
Milioni di appartamenti
a rischio pignoramento e fallimenti a catena
1. Banche e assicurazioni declinano gentilmente l’invito del governo all’acquisto di ulteriori crediti
- Visione ADE:
Per quanto riguarda la capacità delle banche di assorbire i bonus edilizi rileva il direttore dell’Agenzia, Ernesto Maria Ruffini, in audizione il 2 marzo 2023, in VI commissione Finanze, alla Camera dei deputati: “Esaminando i dati dei modelli F24 presentati nel 2022, risulta che le banche hanno versato 20,4 miliardi di euro di tributi e contributi, che possono ragionevolmente ritenersi ricorrenti e hanno utilizzato in compensazione crediti per complessivi 3,7 miliardi di euro, altrettanto ricorrenti (diversi dai bonus edilizi). Pertanto, considerando le rate dei bonus edilizi attualmente a disposizione delle banche per il 2023, pari a circa 9,5 miliardi di euro, risulterebbe una capacità di acquistare e assorbire in compensazione ulteriori bonus edilizi per circa 7,2 miliardi di euro su base annua (debiti ricorrenti 20,4, meno rata anno 2023 bonus edilizi 9,5, meno crediti ricorrenti 3,7)”.
Riguardo alle compagnie di assicurazione, per il 2023 risulterebbe una capacità di acquistare e assorbire in compensazione ulteriori bonus edilizi per 10,2 miliardi di euro su base annua.
Quindi, per il 2023, banche e assicurazioni potrebbero assorbire, ulteriormente, in totale, crediti legati a Superbonus e altri bonus edilizi per 17,4 miliardi.
- Visione ABI e assicurazioni:
I conti dell’Agenzia delle Entrate non tornano a banche e assicurazioni.
Secondo l’Abi (Associazione Bancaria Italiana), l’Agenzia non considera gli impegni di cessione non ancora emersi nel cassetto fiscale e non tiene conto dei crediti già acquistati tra 2020 e 2022.
Le assicurazioni invece, dichiarano semplicemente che l’operazione è estranea al loro business. Solo 15 compagnie su 120 hanno acquistato bonus edilizi, ha detto lo stesso Ruffini, di sicuro non quelle di “dimensioni rilevanti”. In ogni caso, nessuna ha esaurito la sua capacità di farlo. Anzi il loro spazio fiscale residuo è maggiore di quello delle banche.
2. Milioni di appartamenti a rischio pignoramento e fallimenti a catena
Giuseppe Izzo, CEO di Uese Italia S.p.A., una delle società che assiste le imprese per la richiesta della SOA, l’attestazione che permette alle aziende edili di partecipare ad appalti pubblici illustra che “In questi giorni gli intermediari che si erano, nell’ambito di un accordo quadro, impegnati ad anticipare le spese per la ristrutturazione di edifici e appartamenti stanno inviando ai general contractors delle lettere in cui li invitano, senza alcun onere aggiuntivo, a sciogliere ogni tipo di legame. Con ricadute facilmente immaginabili”
Le parole di Izzo delineano un quadro drammatico in cui versa il settore. Continua: "Gli intermediari hanno, fino a Novembre, sostenuto economicamente le imprese facendosi cedere il credito e, quindi, ottenendo un margine pari o superiore al 10%. In base a questo presupposto, sono arrivate migliaia di delibere condominiali che hanno dato l'ok per l'esecuzione dei lavori senza dover sborsare, almeno teoricamente, un euro. Ora tutto questo viene messo drammaticamente in discussione, tanto che diverse ditte edili si stanno rivolgendo ai proprietari di casa per ottenere il denaro necessario per procedere al completamento dell'opera iniziata. Una cifra che va dai 25 ai 30 mila euro che spesso non può essere onorata da chi, senza la garanzia della cessione del credito, non avrebbe mai dato il via libera alla ristrutturazione del proprio immobile".
Molte famiglie non hanno i soldi da anticipare per i lavori (oltre probabilmente ad essere senza la capienza fiscale necessaria per una eventuale detrazione dalle tasse): "Il rischio è che, a partire da settembre di quest'anno, molti proprietari rischiano di vedere le loro abitazioni essere oggetto di pignoramento fino alla messa all'asta. Milioni di appartamenti che rischiano di essere persi dai legittimi proprietari che, di fatto, si sono limitati a fidarsi dello Stato. Un problema serio che riguarda in particolare chi ha iniziato ad eseguire i lavori a partire da ottobre dello scorso anno. Una beffa che fa il paio con le difficoltà che i costruttori stessi e i relativi subappaltatori stanno vivendo in queste settimane. Ricorrere al fallimento sembra, al momento, essere l'unica strada percorribile".