STOP CESSIONI DEL CREDITO E SCONTI IN FATTURA GIA’ DA OGGI VENERDI’ 17/02/2023. Il Superbonus schiva un colpo grazie alla retromarcia sull’etichettatura dei crediti come “pagabili” (deficit, non debito) ma il Governo finta e lo demolisce con quello del KO

ARGOMENTI:

1) CHIARIMENTI DA EUROSTAT SULLA CLASSIFICAZIONE DEI CREDITI DERIVANTI DAI BONUS EDILIZI

2) DECRETO-LEGGE 16 febbraio 2023, n.11: STOP SCONTO IN FATTURA E CESSIONE DEI CREDITI PER I BONUS EDILIZI DA ORA IN AVANTI, SPERANZA INVECE PER LO SBLOCCO DEI CREDITI ATTUALMENTE INCAGLIATI

3) RISCHIO COLLASSO 25.000 IMPRESE, 15 MILIARDI DI CREDITI BLOCCATI, COSA CI ASPETTA NEL FUTURO?


bandiera-biancajpg

1) CHIARIMENTI DA EUROSTAT: I CREDITI DERIVANTI DAI BONUS EDILIZI NON SONO DEBITO PUBBLICO (CIOE’ SONO “NON PAGABILI”)

A pochi giorni dalla pubblicazione dell’aggiornamento del Manuale sul disavanzo e sul debito pubblico dei primi di febbraio, di cui vi avevamo parlato in un nostro articolo con l’impressione che proprio EUROSTAT propendesse per la catalogazione dei crediti derivanti soprattutto dal Superbonus come crediti “pagabili” e quindi da ascrivere nelle passività dello Stato come spesa pubblica, sono arrivati i primi chiarimenti di EUROSTAT.

Secondo l’ente Europeo, il Superbonus potrebbe non essere debito pubblico, cioè i crediti derivanti dai bonus edilizi sarebbero “non pagabili”.

Ricordiamo che:

  • se è alta la probabilità che una "buona" parte del credito possa venire NON pagata (quindi andare perduta), allora il credito sarà classificato come "non pagabile";
  • se invece tale probabilità è bassa (quindi "buona" parte del credito verrà pagato), allora il credito sarà classificato come "pagabile".

I criteri da considerare per la valutazione della probabilità sono:

  • trasferibilità del credito e numero di cessioni;
  • compensabilità con più o meno tipologie di imposta;
  • differibilità in un tempo più o meno lungo.

Inoltre ricordiamo:

  • che se il credito sarà definitivamente classificato come "pagabile", allora andrà ascritto nel Bilancio annuale dello Stato, interamente nell'anno "0" (anno in cui viene creato);
  • se invece sarà definitivamente classificato come "non pagabile", andrà ascritto nel Bilancio annuale dello Stato, in maniera frazionata in ciascun anno in cui viene utilizzato.
A prescindere dalla classificazione dei crediti d’imposta come “pagabili” o “non pagabili”, l’impatto sarebbe comunque sul deficit. Si tratterebbe, in sostanza, solo di collocamento temporale della spesa, come ha spiegato il rappresentante di EUROSTAT Luca Ascoli in audizione alla Commissione VI delle Finanze del Senato, sottolineando che l’impatto sul deficit dello Stato a lungo termine è esattamente lo stesso sia per i crediti fiscali “pagabili” che per quelli “non pagabili”.

Visto il sostanzioso blocco creditizio in atto nel Paese che limita la possibilità di cedere i crediti acquistati verso altri soggetti, il rappresentante italiano di EUROSTAT, Luca Ascoli, dice: “se alla fine una parte consistente di questi crediti fiscali sarà non pagata, allora in questo caso verrebbe considerata come non pagabile, mentre in caso contrario se la parte è minima o piccola verrà considerata come pagabile”. Tale classificazione spetterebbe all'ISTAT.

Tale classificazione spetterebbe all'ISTAT che dovrebbe decidere entro entro l'1 marzo 2023.

Tuttavia, vogliamo far notare che tali chiarimenti tecnici, seppur da definizione formalmente corretti, lasciano ancora qualche perplessità secondo interpretazioni più pragmatiche di alcuni che citano l’ex ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, “nel dibattito pubblico, specie in Italia, non si coglie il nesso tra debito e deficit” ed ancora “non ci si può lamentare dell’alto debito e al contempo invocare più deficit”, che a sua volta citava Charles Dickens..

Chissà dunque se questi chiarimenti da parte di EUROSTAT potranno essere favorevoli allo sblocco della cessione crediti fiscali, alla futura incentivazione degli interventi edilizi volti al recupero del patrimonio ed al risparmio energetico nonchè alla transizione ecologica energetica ed ambientale del nostro Paese. Dovremo aspettare la decisione definitiva sull’etichettatura di “qualità”.

Ma come vedremo nel seguito dell’articolo, dopo aver forse schivato quest’altro colpo, il Superbonus e gli altri bonus edilizi ne hanno ricevuto uno molto più duro nel tardo pomeriggio di ieri 16 febbraio 2023, direttamente dal Governo. Proprio per questo non ci sentiamo di essere molto fiduciosi almeno per la futura incentivazione degli interventi edilizi, ma vediamo di cosa si tratta.

 

2) PUBBLICATO IL DECRETO-LEGGE 16 febbraio 2023, n. 11 : DISINTEGRAZIONE CESSIONE DEL CREDITO E SCONTO IN FATTURA DA ORA IN AVANTI, SPERANZA INVECE PER LO SBLOCCO DEI CREDITI ATTUALMENTE INCAGLIATI

Misure urgenti in materia di cessione dei crediti di cui all'articolo 121 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77. (23G00020) (GU Serie Generale n.40 del 16-02-2023)

Entrata in vigore del provvedimento: venerdì 17/02/2023

SOSTANZIALMENTE SI DECRETA L'ANNICHILIMENTO DELLO SCONTO IN FATTURA E DELLA CESSIONE DEI CREDITI PER I BONUS EDILIZI

Approvato dal Consiglio dei ministri, ieri sera 16 febbraio 2023, il “Decreto-legge recante misure urgenti in materia di cessione dei crediti d’imposta relativi agli incentivi fiscali”. Con i soli due primi articoli di tre, il Governo “Meloni” mette un punto e a capo ad un filone della telenovela più controversa della storia dei bonus edilizi, impedendo dall’entrata in vigore del Decreto, cioè da oggi venerdì 17 febbraio 2023, di accedere alle opzioni di sconto in fattura e cessione del credito, lasciando inalterata la facoltà di detrazione dalle proprie “tasse”. Rimane da svelare il destino del filone sui crediti ancora bloccati sorti precedentemente all’entrata in vigore del Decreto e quelli che sorgeranno per quegli interventi che ne schivano l’effetto.

Infatti, dall'entrata in vigore del Decreto, per i vari interventi edilizi di cui all’articolo 121, comma 2, del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 (praticamente tutti..), non è consentito l’esercizio delle opzioni di cui all’articolo 121, comma 1, lettere a) e b), del medesimo decreto-legge, cioè cessione del credito e sconto in fattura.  

Fanno eccezione gli interventi per cui sia già stata presentata la Cila antecedentemente all’entrata in vigore del Decreto.  

E per gli interventi per i quali non è prevista la presentazione di un titolo abilitativo, vale sempre l’eccezione nel caso siano già iniziati i lavori antecedentemente all’entrata in vigore del Decreto.

Nel caso di interventi condominiali, oltre alla Cila, deve risultare già adottata la delibera assembleare che abbia approvato l'esecuzione dei lavori.

Infine per gli interventi comportanti demolizione e ricostruzione degli edifici deve essere stata presentata l'istanza per l'acquisizione del titolo abitativo.

Il decreto affronta anche il nodo della responsabilità solidale dei cessionari, che viene esclusa per chi è in possesso di tutta la documentazione relativa alle opere. Questo per eliminare le incertezze che hanno frenato tanti intermediari nell’acquisizione dei crediti, ha spiegato il ministro Giorgetti, sottolineando come l'intervento del Decreto sia stato necessario "per bloccare gli effetti di una politica scellerata usata" che è finita per costare a 2.000 euro a ciascun italiano.

La speranza: se da un lato questo Decreto blocca totalmente le nuove cessioni e i nuovi sconti in fattura, dall'altro è probabile che possa portare finalmente alla soluzione per lo sblocco dei crediti ancora incagliati (stimati in 15 miliardi di euro) nei cassetti fiscali di aziende, cittadini, tecnici, ecc.. L'Abi (Associazione bancaria italiana) ha inviato alle banche associate una circolare di chiarimenti sul Decreto che contribuirebbe "a riattivare le compravendite di tali crediti di imposta". Nella circolare, firmata dal vice direttore generale di Abi, Gianfranco Torriero, si illustrano e dettagliano i tre articoli del Decreto con particolare riferimento ai problemi di responsabilità solidale, questione molto sensibile per gli istituti di credito.

“C’è stata una lievitazione dei crediti, ahimè è mancata una pianificazione nei governi precedenti a quello Draghi”, ha detto in conferenza stampa il vicepremier Tajani, ed aggiunge: “È stato necessario intervenire perché la situazione era quasi fuori controllo. Per evitare ulteriori danni al debito pubblico e le imprese e le banche, è un’azione di tutela”

Vi avevamo già parlato anche delle iniziative di alcune Regioni ed altri Enti che per agevolare la ripresa del settore edile, avevano avviato procedure per acquisire i crediti delle imprese in difficoltà. Ed ecco che prontamente arriva anche il divieto per le pubbliche amministrazioni di acquistare crediti derivanti dai bonus edilizi. Uno stop che ferma di fatto un fenomeno recente, ma che aveva avuto un certo seguito. Ma secondo il Governo, prendendo spunto da una porzione di quel che espone EUROSTAT, queste cessioni/acquisti "avrebbero impatto diretto sul debito pubblico", riferisce Giorgetti.


3) A RISCHIO COLLASSO 25.000 IMPRESE, 15 MILIARDI DI CREDITI BLOCCATI, COSA CI ASPETTA NEL FUTURO?

Nonostante la previsione del Decreto con cui si esclude la responsabilità solidale dei cessionari in possesso di tutta la documentazione sull’intervento, così parla subito dopo la notizia dell’approvazione del Decreto, il leader del M5S, Giuseppe Conte:

"Da quello che apprendiamo il Governo in questi minuti sta approvando in Consiglio dei Ministri un decreto legge che cancella lo sconto in fattura e la cessione dei crediti d'imposta legati al Superbonus e agli altri bonus edilizi. Non è tanto l'affossamento di una misura ideata dal M5S a preoccuparci, ma il colpo letale al settore dell'edilizia, che negli ultimi due anni ha dato un contributo fondamentale alla crescita record del Pil"

Ed ancora:

“Qui si gioca sulla pelle di lavoratori e famiglie e si mette a repentaglio il futuro di almeno 25 mila aziende dell'edilizia, 130 mila posti di lavoro”.


In attesa degli sviluppi sulla catalogazione dei crediti da Superbonus e da altri bonus edilizi, e soprattutto dell’impatto che avrà questo stop totale delle cessioni del credito e degli sconti in fattura sul mondo degli interventi edilizi per il risparmio energetico e non solo, restiamo sempre in allerta sull’evolversi della situazione che potrebbe precipitare da un momento all’altro e vi preannunciamo un articolo molto interessante che pubblicheremo la prossima settimana sulla recente Direttiva Europea Epbd “Case Green” che ci vede già coinvolti e vedrà il suo traguardo nel 2050 quando (si spera) arriveremo al sogno della neutralità climatica, zero-emissioni.

A presto!